Un viaggio visionario, l’ascesa e il declino dell’Italia del clubbing, raccontati dai protagonisti di questa storia, tra notti in autostrada e afterhours che divorano il giorno. Quattro generazioni che vogliono essere “messe in lista” per entrare in questi luoghi di aggregazione e di perdizione, dove non conta che cosa fai di giorno, ma solo chi interpreti durante la notte. Quarant’anni in cui la discoteca ha prodotto cultura, arte, musica e moda.
Questa è la storia del Piper, del Bang Bang, dello Space Electronic, dell’Altromondo, della Baia degli Angeli, del Cosmic, dell’Easy Going, dell’Histeria, del Plastic, del Kinki, dell’Ethos, del Macrillo, del Movida, del Diabolik’a, del Vae Victis, dell’Exogroove, del Big, dello Studiodue, di Le Cinemà, del Cocoricò, dell’Imperiale, dell’Insomnia, del Kama Kama, degli Angels of Love, dell’Echoes, dell’Alterego, del Tenax…
Diretto da Lisa Bosi e Francesca Zerbetto, le immagini e le interviste raccolte raccontano di luoghi e testimonial che hanno segnato intere generazioni tra gli anni Ottanta ed i Novanta, anni in cui i club hanno costituito un vero e proprio moivimento culturale.
Il documentario ricostruisce la storia di questo movimento anche tramite alcune figure di riferimento del panorama elettronico italiano, come Albertino e Claudio Coccoluto.
La tendenza di quegli anni ha condizionato anche le architetture di queli Club, nati come veri e propri templi di culto in cui si dava spazio alle libertà emergenti.
Si narra quindi di luoghi sacri per quelle generazioni, oggi chiusi da anni, come il Piper di Roma e di Torino, o il Cocoricò di Riccione, o ancora il Plastic di Milano.
Costruzioni imponenti oggi ridotte a macerie, cosi decretando la fine di un epoca.
Un opera realistica che ci racconta l’evoluzione e la tragica conclusione di un movimento storico che ha avuto larga diffusione in quegli anni.